giovedì 5 marzo 2015

2 anni di Canada... ça va sans dire: considerazioni sparse!



Ieri sono stati 2 anni di Canada per noi (evviva evviva!)
In questi due anni (che sembrano a volte molto meno, a volte molto di più) abbiamo raggiunto molti traguardi e, come tutti i grandi anniversari, è tempo di fare un punto della situazione.

La prima cosa che mi viene in mente è: devo fare una rettifica su una cosa affermata qui sul blog mesi addietro.
Forse qualcuno di voi ricorderà il mio messaggio di qualche tempo fa dal titolo "Ma dove vai in Canada che fa freddo?" in cui affermavo baldanzosa "Eppure vi dirò una cosa: a me questo freddo incredibile non sta creando il minimo problema"
Beh. Era più facile dirlo stando in casa :D Questo inverno l'ho passato interamente "fuori" (dove per fuori non intendo che il marito mi ha gettata all'addiaccio, intendo che sono uscita ogni giorno per andare a lavoro) ed effettivamente l'ho sentito sulla mia pelle (soprattutto l'hanno sentito i miei giorni di malattia visto che me li sono usati tutti a ridosso di un mese per via di una fastidiosa e persistente infezione respiratoria). Posso dire che è stato il mio primo vero inverno vissuto e non visto da dietro una finestra e beh: è roba seria.

Per il resto confermo quanto detto nel post: l'efficienza della città è notevole per affrontare il freddo e quello che ne consegue (ghiaccio e neve) e l'organizzazione personale è essenziale.

Ho retto tutto l'inverno con un abbigliamento abbastanza "standard" e multistrato.. Pantacollant, jeans, calze di spugna ma alte (non i fantasmini, per intenderci), buone scarpe da neve, canottiera, maglietta a maniche corte e felpa più giaccone con cappuccio annesso. Niente di ultra tecnologico insomma ma sempre con guanti + berretto + sciarpa. Rispetto a Roma diciamo che ho messo una giacca più pesante, non i miei soliti anfibi ma delle scarpe più serie e uno strato in più (pantacollant + canottiera che non indossavo più o meno dai sei anni.) e grossi problemi non li ho avuti .. tranne un giorno che ho aspettato con non chalance un autobus per 26 minuti a -30 gradi e poi l'ho scontata.

Niente di non affrontabile e assolutamente accettabile visto i benefici del vivere qui, ma comunque non da sottovalutare.

Seconda cosa: ho finalmente ricevuto il mio permesso di residenza permanente :) Ho un bel timbrozzo sul passaporto che certifica che posso effettivamente rimanere qui: non ho più la data "di rientro" modello scadenza del latte. E sono in attesa del mio tesserino fotografia-munito che attesta la cosa ufficialmente!
In tutto la pratica del ricongiungimento familiare ci ha messo 1 anno e otto mesi: un anno e mezzo per il permesso di lavoro e pochi mesi per la residenza permanente (che abbia aiutato il fatto che una settimana dopo l'arrivo del permesso abbia iniziato a lavorare full time?)
Il giorno dell'appuntamento con l'immigrazione, ho trovato ad attendermi una stanza piena di
persone: tutte come me in attesa della residenza permanente ed alcuni dipendenti estremamente gentili e sinceramente contenti per il fatto che fossero con noi in un giorno così importante.
Personalmente mi sono commossa come una bambina: ho aspettato a lungo questa cosa e non vedo l'ora di poter richiedere anche la cittadinanza.. adoro l'idea di avere due cittadinanze di due Paesi che amo: uno per la mia origine e le tradizioni che porto dentro di me, uno per il mio futuro e che ho scelto per la mia famiglia e le mie speranze di benessere.
Oh insomma. Fa parte delle considerazioni il guardarsi indietro e fare bilanci: a distanza di due anni abbiamo entrambi un lavoro, siamo in affitto in una bella casa, io ci metto 15 minuti per andare a lavoro con un autobus diretto e mio marito ci va a piedi. Abbiamo una macchina (usata ma svolge il compito di portarci in giro) tutte le nostre cose sono arrivate da Roma, i nostri gatti sono tutti insieme qui. Abbiamo aperto i nostri due conti in banca, abbiamo telefono e internet, il nostro giro di amicizie ed i nostri posticini dove andare a mangiare. Io, personalmente, riesco a camminare agevolmente su neve e ghiaccio ed è qualcosa di importante.

Terza cosa: mi mancano i miei amici, mi mancano moltissimo i miei genitori e la mia famiglia rimasta in Italia. Mi manca il cibo buono, mi manca orrendamente la mozzarella che non riesco a trovare ed il prosciutto crudo che è illegale in Canada (!!) ma nello stesso tempo mi rendo conto che non ho la minima voglia di rimettere piede in Italia. Non so se è carattere, fortuna, soddisfazione personale ma vedo moltissimi italiani che non riescono a tagliare il loro rapporto con il Paese mentre io, francamente, non ho la minima intenzione di tornarci se non per riabbracciare gli affetti e rotolarmi nel buon cibo. (ottimi motivi, per carità.) e anche lì ho i miei dubbi.. Preferirei di gran lunga, in uno slancio di egoismo bieco, avere la possibilità di mostrare la bellezza di questo posto, le mille sfaccettature della mia nuova vita a chi amo piuttosto che tornare agli affanni e alle preoccupazioni condite con l'olio buono. Ma penso sia una questione molto personale che probabilmente con il tempo cambierà (dopotutto sono ancora ggggiovane. Dall'alto dei miei 33 anni che ancora vengono scambiati per 25 in qualsiasi Paese vada. Evidentemente essere geek e giocare molto ai videogiochi rende giovani più delle creme!)

Quarta cosa: quando ero fanciulla e mi piaceva fare la tipa profonda, una delle mie frasi preferite era "la felicità è un modo di vedere" ed effettivamente è rimasta una delle mie preferite e bene si adatta alla nostra esperienza in Canada. Continuo ad accorgermi che la gente rimane abbastanza colpita dalla nostra scelta, molti mi fanno i complimenti e mi dicono che siamo stati molto coraggiosi. Io penso che non sia un discorso di coraggio ma di modo di vedere le cose. A distanza di due anni mi rendo conto che abbiamo fatto la scelta giusta. Se avete in mente di andare via, se davvero avete le spalle al muro ma anche se "semplicemente" non siete soddisfatti di come vanno le cose, vorrei condividere con voi quello che ha fatto andare via me: abbiamo solo una vita da vivere su questa Terra e molte delle cose che ci capitano non sono direttamente legate alla nostra volontà. Ma molte altre si, compreso il dove vogliamo vivere. Se anche voi come me avete pensato "Ma voglio viverla così tutta la mia vita?" sapendo che fuori c'erano altre opportunità, altre persone, altre cose da scoprire.. allora aprite il browser e cominciate a cercare. Non partite senza un piano, documentatevi: è tutto online, basta cercare. E sempre sui siti ufficiali, indipendentemente se in Canada o meno.

Come sempre, auguro di cuore a tutti i nostri lettori che vogliono veramente cambiare vita, di finire tra due anni a dire "cavolo abbiamo fatto bene": non rinunciate a quello che volete, anche se ci vorrà del tempo. E non pensate che sono cose che vanno fatte a 20 anni e poi "è troppo tardi": il problema dell'età è qualcosa di squisitamente italiano. Qualsiasi cosa si voglia fare, ma per davvero, siamo solo noi quelli che pongono i limiti.

(sto diventando vecchia ma a volte sono ancora una tipa profonda.)